Sull’amicizia e di quel che di volta in volta ne rimane

Ho trovato un amico. Sì, insomma, un amico vero, di quelli che ci puoi parlare per ore e senti che ti ascolta davvero e che quando parla per ore, il tempo ti vola mentre lo stai ad ascoltare.
Mi pareva così, che sarebbe stato bello vedersi quando si poteva, e che anche trovare il tempo per vedersi era una cosa bella da fare.
A me piace l’idea di trovare il tempo per un amico, mi piace davvero.
È così raro trovarsi in immediata sintonia con un altro essere; è un evento, una cosa preziosissima, io trovo… o meglio, io ne sono certa.
Accade però che il valore che noi diamo alle esperienze è talmente soggettivo che non ci rendiamo conto di vivere l’altro in un mondo e in un modo che è solo nostro.
Occorre sempre tenerlo presente, questo.
L’altro magari nemmeno si è mai focalizzato sulla bellezza di un incontro che a noi sembra prezioso. O magari sì; è che non si può sapere. Al massimo lo si può provare a “sentire”.
È una questione di lunghezze d’onda cablate su frequenze diverse, presumo, troppo distanti, forse anche disarmoniche, a volte sufficientemente vicine, ma non per questo coincidenti, non so.
E ti capita di pensare che anche il senso di sintonia in un’amicizia può essere illusione.
E allora che cos’è che è reale, che rimane? Il sentimento, forse, l’emozione, l’esperienza bella. Non mi pare poco. E nemmeno mi pare il caso di inquinarli con quel vago senso di rimpianto che serpeggia sotto pelle quando qualcuno si allontana un po’, o anche per sempre. Accade.
Sì, insomma, mi tengo il meglio, visto che posso scegliere.
Il tempo allora smette di esistere.
Quello che è ora è tutto, e tutto non mi pare poco.
E come disse Forrest, su questa faccenda credo di non avere altro da aggiungere.
Per ora.

18 pensieri su “Sull’amicizia e di quel che di volta in volta ne rimane

  1. Non avrai altro da dire per ora sul tema, perché quello che hai detto appare assai completo. E comunque Forrest rimane un mito di saggezza vera. Lui e quella piuma che apre e chiude il film.

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    1. Questo che hai detto è molto vero. E si accompagna molto con la questione delle lunghezze d’onda e delle frequenze del nostro sentire che hai appena accennato nel tuo articolo.
      Perché l’armonia nostra con la Natura, con noi stessi e con coloro che ci circondano è una delle poche direzioni non chimeriche verso cui indirizzarsi senza paura.

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    1. …sono mie, ma non so se questo basta a renderle reali. Non so nemmeno se siamo noi con le nostre emozioni a creare la realtà, o se una realtà esiste di suo e noi ci limitiamo a leggerla, filtrarla con tutti i limiti che ci son propri. Mah… chissà… Della visione soggettiva delle cose, è un po’questo l’aspetto che più mi fa riflettere.

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  2. È vero che forse le sensazioni soffrono di solitudine, perché personali e proprie, però forse si può anche provare a non guardare soltanto queste, ma a focalizzarsi anche su quelle dell’altro.
    E forse due solitudini possono comunque farsi compagnia

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    1. L’immagine di due solitudini che si fanno compagnia mi fa venire in mente che le nostre distanze sono incolmabili, è vero, perché come disse qualcuno “ognuno è solo”, ma d’altro canto, Gintoki, sapere che qualcuno sa della tua solitudine e che tu sai della sua, trovo sia consolatorio come quelle belle albe che ti accolgono anche il lunedì mattina.

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  3. A volte capita che persone affini condividano solo per qualche tempo l’orbita della vita. Istanti preziosi, ma, chi dei due sarebbe stato pronto per un rapporto duraturo, inevitabilmente, si chiede perché sia finita. Ho fatto esperienze di questo genere, a volte è finita perché le circostanze della vita ci hanno allontanato “geograficamente” … gli amici crescono insieme, quale che sia la loro età, una certa assiduità è necessaria per restare in sintonia, a volte è finita perché l’affinità con l’altro riguardava solo un certo ambito della personalità, le differenze sul resto e sul modo di intendere le priorità della vita ci hanno allontanato.

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    1. Credo che nessuna distanza geografica possa veramente spegnere un rapporto se questo è reale e profondo, Silvia. Intendo dire che le soluzioni esistono e si possono attuare, sempre che lo si voglia davvero, sempre che si pensi che ne vale davvero la pena. Se non accade significa che uno dei due o entrambi hanno altre priorità, come anche tu spieghi bene. In tal senso non è il caso rimuginare troppo. Le cose accadono solo se è quando si vuole che accadano davvero. Non si può combattere contro le convinzioni dell’altro; già è difficile liberarsi delle convinzioni limitanti che ci son proprie, quindi capirai…

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  4. Mi ritrovo in ogni pensiero che hai espresso qui. Per la mia esperienza, un’amicizia ha di oggettivo soltanto la relazione tra due persone. Questa è la realtà dei fatti, quella oggettiva, ovvero il “cosa”. Tutto il resto, il “come” la si vive, il valore che le si dà, diventa la realtà soggettiva, quella che dà il colore a ciò che vediamo e che viviamo; quella che, erroneamente, molti vivono come verità assoluta, come l’unica realtà esistente. Da qui, altrettanto spesso, l’incomprensione. E’ una questione di sentimento, di visione e, soprattutto, di libertà.

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    1. Credo, Nica, che non esistano rapporti umani che facciano bene a se stessi e all’altro quando vi siano implicati sentimenti egoisti. Se io amo una persona, la prima cosa di cui mi preoccupo è il suo stare bene; in questo modo faccio bene anche a me stessa, perché se l’altro sta bene, allora sto bene anch’io. Tutto questo non ha niente a che vedere con il senso di possesso, con il volere l’altro a tutti i costi vicino, con l’esigenza di controllo e così via. Quando e se subentrano dinamiche di questo tipo, non si tratta più di affetto, amore, amicizia. Si tratta di altro e personalmente non mi interessano molto questi rapporti, perché so cHe non fanno bene a nessuno. Cercare di non cadere in tali dinamiche è difficile, perché a tutti poco o tanto è stato insegnato che amare è possedere, controllare, eppure fa parte di quella responsabilità personale che compete a tutti, affinché tutti possiamo vivere meglio. Credo si tratti di generosità, di quella che andrebbe elargita a piene mani quando si tratta di amicizia. Tutte belle parole…. non è così scontato riuscire a praticare. Occorre una consapevolezza che si impara, un po’ alla volta.

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