Dell’insondabile e incerto ponderare fra le nebbie

Oggi ho avuto il sentore che dalle nebbie sulle creste delle montagne e fra i muschi dei sottoboschi nelle giornate di pioggia, nascono le favole e forse i miti più belli e intramontabili. E mi pare sempre, camminando fra le nebbie che scendono repentine dai versanti, che l’indefinito delle forme mi rassicura e mi calma, perché nell’incertezza del visibile che muta, si nasconde la possibilità per gli elementi di essere ogni volta altro per i nostri sensi.

E sto fatto mi conferma quanto sia vero che ciò che noi riteniamo essere reale, non è altro che una proiezione che la nostra coscienza ci rimanda di ciò che viviamo.

Quando non vi sono certezze, a molti nasce e cresce l’ansia, mentre a qualcun altro, come accade a me, vien da sorridere, perchè nell’incertezza, nelle sfumature di quei grigi azzurri saturi d’acqua sottile, si nasconde l’imponderabile, la magia dell’inconoscibile, delle possibilità di fantasie e percezioni infinite.

Credo che le favole più belle ed i miti intramontabili debbano molto alle nebbie, ai veli d’incertezza, alle coltri grondanti di insondabili verità. O forse è al non precludersi nessun tipo di spiegazione quando si è messi di fronte alla magnificenza dei fenomeni più inspiegabili di cui la Natura, spesso, ci fa dono, che dobbiamo la nascita dei racconti più avvincenti che hanno resistito nei secoli.

Certo, conoscere il sentiero e la direzione garantisce una certa tranquillità d’animo che altrimenti sarebbe ben difficile preservare, mi rendo conto. Nel caso specifico sapevo dove mi trovavo e dove stavo andando, quindi potevo abbandonarmi ad elucubrazioni distanti dalle contingenze più pratiche, come potrebbe essere quella di evitare di finire in un crepaccio, per dirne una.

Non lo so, però a me piace immaginarmi il mondo che da lassù si intravede fra un banco di nebbia e una nuvola pesante d’acqua, quando capitano giornate come questa. Le nebbie stimolano l’immaginazione. Penso sia un fattore tipicamente umano, quello di voler dare un contorno definito alla realtà quando questa sfugge ai sensi, intendo.

Solo che da un po’ di tempo trovo questi tentativi di istintiva razionalizzazione un po’ fuorvianti, perché non son mica tanto sicura che ciò che la mia mente completa in autonomia con un processo di definizione automatica produca effettivamente la realtà. Forse ne produce una delle tante possibili…

Va da sé che se il gioco delle correnti all’improvviso solleva il sipario, assisto il più delle volte alla famosa situazione che vede la realtà superare in magnificenza, e di gran lunga, la fantasia.

Credo che se mai un giorno arriveremo a dare delle risposte alle solite domande fondamentali che ci poniamo dall’alba dei tempi, dovremo prepararci a qualche cosa di simile,  a qualcosa che ci lascerà senza fiato… letteralmente. 😆

La compagnia che preferisco

Fra la compagnia che preferisco c’e quella dei petali che sembrano foglie, e sono verdi e invisibili, e raccontano di un’evoluzione antica, come fanno tutte le cose della Natura.
Poi ci sono le antenne delle formiche, che assaggiano l’aria, e la terra ed i corpi degli insetti da portare, sezionare e poi stipare, e gli odori di nettare e briciole, e le coltri proteiche dei ragni.
Fra la compagnia che preferisco ci sono le nuvole, e per assonanza, ma anche per amore, le fragole e le favole, e un po’anche i sepali e le nespole con la loro pelle di vetro morbido e magico.
Mi accompagno anche ai pappi in volo, ai martagoni e all’achillea, alle tende ariose dei sonagli dei pioppi quando ridono e al balzo ritmato delle lepri in fuga.
E fra la compagnia che preferisco c’è il gorgogliare, ed il gioco, e la corsa sinuosa, allegra, potente e leggera dell’acqua del torrente, che a volte ascolto ancora mentre sogno alla fine del giorno, navigando nel silenzio che è padre e fratello dei grandi fiumi.
Fra la compagnia che preferisco c’è il pensarti quando ci sei e quando non ci sei, mentre l’universo di cui fai parte e di cui faccio parte, mi abbraccia e mi accompagna in lunghe camminate senza tempo.
E a dirla tutta, la compagnia che preferisco è minima e troppo grande e infinita per raccontarla tutta; però ogni tanto mi piace provarci…