Ci troviamo sempre sul limite dell’inevitabile; ce ne stiamo lì fermi, in contemplazione, un po’ straniti forse, certamente confusi, annichiliti nelle posizioni da divano, storditi dal nulla imperante ed è così che non ci rendiamo conto, che in fin dei conti, l’inevitabile non esiste. E’ illusione! Quel che ci sembra di dover essere, quello che ci chiedono di fare, di dire, di pensare, di comprare… è irreale!!! Tutto, comprese le sensazioni fisiche indotte e che ci ottenebrano i pensieri, anche quelle sono plasmabili a piacimento, parte di una scenografia grottesca e brutta, terribilmente brutta, vuota, morta!
E noi non lo sappiamo, quindi subiamo il plasmare che altri si divertono a mettere in pratica. Siamo come pezzi di gomma pane fra dita grassocce e unte e ci ammorbidiamo quanto più ci manipolano; siamo le generazioni del “mi lascio fare a loro immagine e somiglianza”. Siamo i “tristemente passivi”.
Ogni creatore plasma le sue creature a propria immagine e somiglianza, dicono, anche se non lo sa, anche se lo fa senza rendersene conto. Io do per scontato che qualcuno che ha innescato il tutto esista; che lo si voglia chiamare big bang o dio o come qualsiasi altra cosmogonia racconta, per me è indifferente. Però…
…siamo un po’ scialbi, spenti, vuoti ultimamente; così mi sembra. Possibile che quella scintilla divina dalla quale tutto ha avuto inizio ci voglia realmente così?! Possibile che un creatore sia davvero così “poca cosa” da creare esseri smorti, paurosi, indifferenti e attaccati come le zecche ad un ego che non ha nemmeno più motivo d’essere, tanto è dannoso per se stesso e per gli altri!!? Io non ci credo… credo invece che chi ci plasma come la gomma pane non ha nulla a che vedere con chi ci ha creati, perché altrimenti anche Dante avrebbe dovuto ravvedersi quando scrisse “fatti non foste per viver come bruti…”, tanto per dirne una.
Perché ci stiamo abbruttendo, non so se anche altri si rendono conto. Io lo vedo e lo sento; me ne accorgo. Viviamo su un pianeta meraviglioso e a parte i bambini, nessuno più sa meravigliarsi della grandiosità che ci circonda… e questo mi spaventa. Perché penso che se non sai riconoscere la grandiosità delle cose, le banalizzi e le rendi spente, inutili, morte, le privi di senso… è come profanare il dono più sacro di cui disponiamo… e lo trovo orribile. Sta accadendo veramente? Ditemi che mi sbaglio.
Le illustrazioni sono di John Kenn, un’illustratore che disegna i suoi peggiori incubi di quand’era bambino.