Il mondo di oggi nella matita appuntita (e pungente) di Quino

Pubblico con molto piacere un post di Luca Rota (https://lucarota.com/www-lucarota-it/) che davvero merita di girare, visto che fa conoscere una parte del lavoro di un artista che forse va valorizzato, visto che ha prodotto strisce davvero illuminanti, oltre a quelle di Mafalda!! Nemmeno io sapevo di questi lavori e sono felice che Luca me li abbia fatti conoscere.  Luca dice che in rete se ne trovano molte altre altrettanto efficaci. Credo che gli artisti che sanno far pensare davvero non sono molti; Quino è fra questi.

Joaquín Salvador Lavado Tejón, in arte Quino, è conosciuto ovunque e da tutti per essere il “padre” di Mafalda. Meno conosciute invece, proprio perché nascoste, per così dire, dalla grande popolarità della ragazzina terribile – e terribilmente sagace -, sono le tante altre sue tavole che in poche vignette, con pungentissimo humor e illuminante chiarezza (per di più senza nemmeno aver bisogno di dialoghi) riescono a illustrare alcune delle più controverse verità del mondo in cui viviamo.

Come la tavola qui sopra, dedicata al rapporto o, meglio, all’antinomia tra libertà e potere, o quella sottostante, che ancor meno abbisogna di commenti. Lavori, peraltro, anche di qualche lustro fa eppure sempre attualissimi. Drammaticamente attuali, per questo di gran valore e meritori di massima conoscenza, quella che nel mio piccolo sto cercando di agevolare ora, qui.

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Sono grata alle nebbie, alle fronde…

Penso di essermi innamorata dei boschi freschi di conifere che spandono profumo di resina e delle faggete che hanno l’odore della terra, per via delle loro fronde, che proteggono e schermano dalla luce del giorno, che è sempre troppo forte.

E penso di amare tanto i boschi di notte, perché la luce della luna è più gentile, e le ombre disegnate dai rami e che si stagliano sulle strade bianche, hanno il sapore di una calma umida e sincera, immortale, come le stelle che fanno occhiolino fra una macchia di foglia blu e l’altra.

E per lo stesso motivo penso di amare e provare tanta gratitudine per le nebbie, che non mi rattristano affatto, perché avvolgono morbide e proteggono dagli occhi, riempiono le distanze e tutto è più pieno, vicino e nel contempo lontanissimo, pulito, puro e invisibile.

E amo e sono infinitamente grata alle giornate di pioggia leggera, perché sono deserte, ritmate dal fragore minimo, scandite dalla luce soffusa. I sussurri impercettibili dei lunghi fili d’erba che bevono e sorridono piano. Il vento cauto e gentile mi porta l’odore della terra e del legno e si espande nella mente, nel cuore, nei polmoni.

Sono poca cosa tante parole per dire un grazie infinito.

Chissà…

Chissà se quelli che hanno tutte le verità in tasca, quelli che sanno sempre che cosa è giusto e che cosa è sbagliato, quelli che dall’ alto della loro onniscenza sanno distinguere nettamente i limiti fra il bene e il male, quelli che se sbagliano è per colpa d’ altri o d’ altro, quelli che non si vedono mai, ma vedono perfettamente tutti gli altri… tutte le debolezze, le mancanze, i difetti… chissà se sanno che è importante  avere un’ anima, e farla crescere…