Sulla scia del corso pratico per capire come liberarsi dell’ansia di prestazione, propongo quest’altro corso, che poi chi mi legge sa che corso non è. E’ solo un post di considerazioni personali, giusto per far sonnecchiare un po’ chi legge in queste calde giornate d’agosto, e suo malgrado è incappato in questa pagina.
Non so voi, ma a me di gente che mi sta sulle palle, ce n’è un mucchio! Ma proprio ne vedo ovunque e molto spesso, c’è niente da fare. Ultimamente poi, mi infastidiscono un sacco certi elementi che mi scardinano proprio il ciclo circadiano, facendomi venire voglia di tornarmene a casa prima del previsto e mettermi a dormire per non pensarci, per non doverci avere niente a che fare!! A proposito, se avete reazioni di questo tipo, fate attenzione, che sono sintomi di una subdola, ma tenace depressione latente.
Farò una serie di esempi, che ovviamente non mi riguardano, ma che possono riguardare molti… li uso solo come meri punti di riferimento esplicativi, giusto per inquadrare il problema, sia chiaro. C’è ad esempio quello che si erge a saccente e prolisso commentatore di tutto e di tutti e sputa colte sentenze a destra e a manca, come se la Verità fosse solo ed esclusivamente di suo personale dominio e tutti gli altri non ci capiscono un benemerito caxxo di niente in merito a nessun argomento!
Poi c’è la svenevole; quella che si lascia andare a vittimistiche considerazioni rendendo note tutte le sue innumerevoli e complicate traversie sentimentali, tanto da elencare ogni singola delusione, amorosa o di qualsiasi altra natura, in modo da sottolineare con reiterata petulanza le mancanze di ogni singolo essere umano che ha avuto la sfortuna di incontrare sul suo immacolato cammino. Di solito non manca di elencare anche le innumerevoli terapie farmacologiche alle quali si è dovuta sottoporre per sopportare le atroci vessazioni alle quali la vita l’ha sottoposta. Dal vittimismo all’ipocondria, il passo è breve.
Poi c’è l’invidioso, il competitivo per partito preso; quello che qualsiasi cosa dici e qualsiasi cosa scrivi, lui non mancherà mai di farti notare che l’idea è sua, è partita da lui e che se non fosse stato per lui, nessuna tua affermazione, idea o commento avrebbe mai visto la luce, perché lui è la luce, il faro che porta avanti le menti di tutti gli altri che, per inciso, a confronto sono dei piccoli esseri di poco conto.
Poi ci sono i soliti troll, quelli che hanno il compito di hackerarti il lavoro e che lo fanno per professione; quelli che se hai un sito professionale quasi quasi ti starebbero simpatici, perché con lo scopo di intasarti i commenti con amenità più o meno volgari, in realtà ti aumentano le visualizzazioni e va anche bene. Ma tu non hai ancora un sito professionale, quindi ti limiti a farteli stare lievemente sulle palle.
Poi ci sono i prepotenti, gli impulsivi patologici, quelli che non si sanno tenere e sferrano insulti pesanti, e se gli capita l’occasione, anche cazzotti veri e propri a destra e a manca, pur di sentirsi qualcuno, pur di avere attenzione, pur di cercare di darsi un senso; sono i mediocri, i leoni da tastiera, insomma. I poveretti vigliacchi del web, se si tratta di interferenze in rete, e di narcisisti violenti reali, se si tratta di vita non virtuale.
Ecco, potrei continuare ad oltranza, all’infinito, perché i prototipi di chi ti può stare sulle palle sono infiniti. Sono potenzialmente tanti quanti son gli esseri umani su questo pianeta. Sono quelli che nei film sono identificati immediatamente dalla massa come “personaggio negativo”. Che ne so; il Joker se si parla di Batman, il Sistema se si parla del film Joker, Boss Hogh se si parla di Bo e Duke (questo solo per nostalgici intenditori), Boss Artiglio per l’Ispettore Gadget e mi pare che con questo ho fatto gli esempi di maggior rilievo.
Bene, adesso che vi ho detto queste cose, giusto per farvi capire di che si parla, vi dico anche perché questi prototipi, questi Personaggi (perché è di personalità che qui si parla) o “antagonisti” che in certa misura possiamo incontrare anche nella vita reale, ci danno più o meno fastidio; e badate bene che ho preso in considerazione aspetti leggeri della personalità; non sono andata a toccare caratteristiche tipiche legate a personalità patologiche pesanti come i veri delinquenti, i veri violenti e via dicendo, perché sarebbe un discorso da affrontare con le dovute cautele, quello, e che andrebbe ben oltre alle mie misere competenze di ricercatrice a tempo perso.
Per approfondire queste tematiche vi consiglio di leggervi, o vedervi un Anime come Death Note (un giorno magari ci farò un post su questa serie, perché trovo che sia illuminante per molti versi e se interessano queste dinamiche).
Insomma, che cosa ci succede quando incontriamo qualcuno che “A PELLE” ci sta profondamente SULLE PALLE?! Io ho scoperto sta cosa leggendo Death Note, appunto; ci succede quanto segue: capita che ci rispecchiamo nel nostro opposto, ovvero in una parte di noi che va elaborata, ma che preferiamo rifiutare a priori!
Solitamente la cosa che più ci infastidisce di quel qualcuno, non è la persona in sé, ma il fatto che in quella persona noi vediamo UNA PARTE DI NOI che non ci piace e questo fatto non siamo disposti ad affrontarlo. Quindi, niente; a chi ci sta sulle palle a pelle (che non ha nulla a che vedere con Apelle figlia di Apollo), noi tendiamo a scartarlo a priori, a non volerci avere niente a che fare. Punto. L’alternativa sarebbe quella di riconoscerci in quella particolare caratteristica che ci infastidisce tanto, guardarla bene in faccia ed elaborarla secondo la nostra personale visione del mondo, in base alla nostra esperienza di vita, in poche parole, in base alla nostra personalità. Eppure è sgradevole e faticoso.
Perché? Ma perché rispecchiarsi in quelle parti di noi che ci infastidiscono, non è gradevole, ecco. E questo spiega perché a volte si incontrano persone decisamente sgradevoli per i più, ma che a noi non ci fanno né caldo, né freddo, ovvero ci son del tutto indifferenti. Perché accade questo? Ma perché niente in loro smuove una parte di noi che non abbiamo ancora elaborato; semplice. Quindi quelle persone ci sono del tutto indifferenti, mare piatto, niente, nisba; e magari a vostro marito o alla vostra amica, quella stessa persona fa accapponare la pelle!!
Insomma, noi siamo degli specchi vaganti e chiunque può rispecchiarsi in noi e a nostra volta, noi possiamo rispecchiarci in chiunque. Le interazioni umane fanno crescere quando riusciamo a confrontarci con ciò che più ci rende instabili, con ciò che ci infastidisce nell’altro, con ciò che non vogliamo vedere, insomma. Accade quando incontriamo la nostra Ombra, il nostro opposto, la parte di noi che non conosciamo perché è scomodo vederla, guardarla in faccia.
Esistono persone che ci obbligano nostro malgrado a confrontarci con loro e di conseguenza a confrontarci con noi stessi; se riusciamo a renderle “neutrali” agli occhi del nostro io, abbiamo vinto. Non ci toccheranno più, non ci infastidiranno più. E se questo accade, significa che abbiamo elaborato in noi, quella parte fastidiosa di noi stessi e che quelle persone incarnavano concretamente. Per renderle neutrali intendo dire che nonostante la loro presenza, a noi non si smuove più alcun fastidio.
Questo non significa, sia ben chiaro, che a noi non piace Boss Hog perché noi siamo come lui, ma solo che in lui ci sono degli aspetti che ci risultano sgradevoli. Ma per renderci conto che sono sgradevoli, dobbiamo necessariamente riconoscerli in noi stessi, altrimenti non ci toccherebbero. Una cosa è certa; potenzialmente potremmo fare in modo che nessuno ci stia più sulle palle per il resto dei nostri giorni; la prospettiva esiste ed è reale, ma per arrivarci, dobbiamo ambire alla buddità e non credo che questo sia l’obiettivo di molti.
E questo vale ovviamente anche nel senso inverso; a noi piacciono e ci innamoriamo delle persone che entrano in perfetta risonanza con il nostro essere, con la nostra parte più profonda. A volte non ci spieghiamo perché una persona ci piace tanto, non riusciamo a capirlo razionalmente, ma accade. Esattamente come accade che una persona ci stia irrimediabilmente sulle palle. E se accade, per capirne il vero motivo, occorre andare a sondare sempre la nostra parte in Ombra. O in alternativa, godersi l’innamoramento finché dura e quando finisce, pazienza. Perché il più delle volte, poi finisce. E se vi chiedete il perché, ne possiamo parlare, ma questa è un’altra storia e argomento di un altro corso pratico… e sono sicura che son comunque domande che vi siete già fatti. Forse.
Mi direte: ma che cosa c’azzecca sto articolo con quello sull’ansia da prestazione? Beh, se ci si pensa, sempre di giudizio si tratta, no? In questo caso sempre di giudizio nei confronti di se stessi prima (inconscio), che si riflette inevitabilmente sul giudizio che ci diamo in riferimento agli altri. E’ tutto un coacervo di dare e avere, di essere e non essere, di chi si si rispecchia in chi, no?