A volte, in primavera, i giorni sono così lunghi e belli e colmi di luce forte e leggera, e di attimi incredibilmente pieni che mi stupisco di quanta energia sappiamo spendere perché tutto questo vivere di bellezza non ci soverchi all’improvviso, togliendoci il fiato, la capacità di vedere, di sentire. Vado a dormire pensando alla meraviglia dell’alba che mi attende, forse.
Tag: primavere
Ho mancato la fotosintesi
Mi accade a volte di ostinarmi a focalizzare un’unica invadente sensazione; non sempre si tratta di sensazioni gradevoli, tutt’altro. Ci sono sere come queste nelle quali mi rimane negli occhi la luce grigia di una giornata invernale, di quelle che fin dal mattino promettono neve, senza che la neve arrivi davvero, ma che stende il grigio con un’ostinazione fin troppo precisa, lasciando che sedimenti fino al centro degli strati interni dell’anima, comprimendo l’umore. Eppure oggi è stato uno di quei giorni in cui un semplice “bip” poteva far sorridere di soddisfazione, ma il cielo velato e malinconico ha tolto il gusto di poterne godere davvero. E poi c’è stato l’incontro con quello che io chiamo il Re e che solitamente mi lascia il sorriso dentro per lunghe ore, ma oggi no, oggi il Re non è bastato. Ho parlato a lungo di cose senza alcuna importanza, annoiando qualcuno, e forse in buona parte anche me stessa. Credo che tutto questo sia dovuto al fatto che non mi sono fermata a guardare bene, non ci ho pensato, non l’ho vissuto; ero concentrata a manovrare macchine e ragionamenti, a controllare reazioni, a sminuzzare ritorni emotivi. Quando il cielo mi s’incupisce dentro in questo modo, perdo il senso della bellezza e mi rimane un eccesso di malinconia che solo il sonno mi sa levare. Per farla breve, oggi avrei avuto bisogno di sole, solo di un po’ più di luce, tutto qui.