Dino Buzzati è uno degli scrittori che porto nel cuore, per la sua capacità di raccontare la montagna e le cose della natura con la leggerezza e la semplicità che è solo dei grandi.
Il segreto del bosco vecchio è uno dei racconti a me più cari, perché Buzzati vi coglie l’essenza del rapporto che l’uomo ha con la natura nei vari momenti della vita. Buzzati sa dire con parole efficaci come solo i bambini conservino la sensibilità necessaria per saper cogliere la bellezza e la parte più spirituale che scaturisce da un vecchio bosco, mentre man mano che si cresce accade qualcosa che pone dei filtri a maglia troppo fine fra il mondo magico della natura e la razionalità propria dell’essere adulti. E così un adulto non può vedere, né sentire gli spiriti degli alberi e non può parlare con il vento, perché non sa più ascoltare il mondo come fanno i bambini e quindi non sa più capire, non riesce più a sentire. E’ un gran peccato che le cose stiano così e forse, come dice Buzzati in questo bellissimo racconto, dovremmo provare a recuperare un po’ la dimensione dei bambini quando ci rapportiamo con la bellezza della natura, perché così sapremmo coglierla meglio e sentirla ancora, un po’ più forte; se fossimo capaci di tanto, magari re impareremmo ad amarla nel modo giusto, ad averne il giusto rispetto e a proteggerla da noi stessi.
In questa pagina del blog vorrei provare a illustrare il racconto di Buzzati, senza alcuna pretesa o alcuna velleità di illustratrice, per carità, ma solo perché ho visto che per me provare a disegnare quel che leggo equivale a fissarlo nella memoria cogliendone meglio l’essenza. Cercare di visualizzarli anche visivamente oltre che mentalmente è un mio modo per entrare un po’ di più nei racconti che amo; forse questo è davvero un tentativo da parte mia di ritornare un po’ bambina, appunto. Se i risultati non sono ottimali, spero mi scuserete, ma vi assicuro che quel che ne uscirà sarà frutto del mio tentativo di fare del mio meglio.