Togliamoceli di mezzo, per cortesia!

Mi chiedo, a volte, perché si tergiversa, si dicono cose che non si pensano e si pensano cose che non sono mai state dette e forse nemmeno mai pensate. Mi viene il dubbio che lo si faccia perché si hanno dei pregiudizi… o perché si ha paura di un giudizio altrui. E’ facile che se si hanno dei pregiudizi si giudichi pesantemente e con una certa facilità… probabilmente si giudica pesantemente in primis se stessi. Tutto ciò genera confusione e nella confusione nascono i malintesi e quindi la sofferenza gratuita. C’è gente che vive nel malinteso, probabilmente un po’ anche nella supponenza. Voglio dire, se c’è una difficoltà nell’interazione umana è quella data da questi due fattori fuorvianti: il giudizio e la paura del giudizio. Se dovessi scrivere un programma politico metterei al primo posto l’impegno per un profondo risanamento da questi due pessimi malcostumi, se così li possiamo chiamare. Provate un po’ a pensare a quanto dànno sanno fare il giudizio e la paura del giudizio; pensateci! Provate a pensare a quanto i nostri pensieri e quindi le nostre esistenze sono condizionati da queste due “pessime abitudini”, talmente radicate in noi da essere praticate inconsapevolmente. Ogni volta che puntiamo il dito, dovremmo sentire una scossa elettrica, come accade con i fili pastore quando si oltrepassa il limite. Accade ad ogni età, in qualsiasi contesto. Tutti lì con il dito puntato! E se non è puntato verso gli altri è puntato verso sè stessi! Pessima abitudine, pessima pratica! Se fossi un premier in carica promulgherei una legge che bandisce entrambi, così, come presupposto per un’attività di governo più serena e costruttiva. Nel frattempo cerco di liberarmene nel mio piccolo, cerco di bonificare la coscienza, di liberarmene. E’ un impegno serio e gravoso, questo, ma anche necessario, vitale.

Che cosa gli orsi ed i lupi possono insegnare all’animale troppo umano.

Sono tornati. Non ce n’erano praticamente più e adesso sono tornati. Un po’ li hanno portati da fuori confine, e un po’ sono arrivati da soli.

Gironzolano nei boschi dove cammino, lungo i sentieri sulle montagne, nei prati… e mi piace pensare che senza che io me ne accorgo, qualcuno di loro mi osserva, ogni tanto, da lontano, o anche da vicino, chissà…

A volte mi sembra di sentirli, senza vederli… ma ne sento la presenza, non so se mi spiego.

E al di là delle polemiche, delle lotte ideologiche e politiche, dei contrasti, dei pro e dei contro, io mi metto un po’ nei loro panni, nei panni degli orsi e dei lupi e di tutti gli altri animali che rendono ricco e meraviglioso questo mondo. In fin dei conti loro seguono la natura che gli è propria, com’è giusto che sia.

Noi dovremmo fare altrettanto? Non lo so; più conosco la natura umana e più mi vien da pensare che seguirla forse non è una buona idea. Magari dovremmo imparare a distinguere, a filtrare il meglio di noi, visto che teoricamente lo sappiamo fare.

E’ che noi umani abbiamo questo pessimo vizio di giudicare, sempre, comunque, anche quando il giudizio è assolutamente fuori luogo. Mi chiedo come si possa mettersi a giudicare un lupo o un orso che si limita ad essere lupo o ad essere orso. E’ folle!! Eppure accade; accade che colpevolizziamo un orso come se si trattasse di un essere umano.

Sto fatto di mettere il senso di colpa ovunque, poi, perdonate il francesismo, ma a me pare una gran stronzata!!

Significa che abbiamo perso completamente il contatto con le cose del Mondo e quindi anche con noi stessi che, fino a prova contraria, del Mondo facciamo parte, così come della Natura, se qualcuno se ne fosse scordato. Significa che la Natura che ci è propria non sappiamo più sentirla, leggerla, capirla. Tutto questo è molto triste.

cedrona sulla neve... bella!!

Senza volermi erigere a giudice (farei ridere), una valutazione su come gestiamo le risorse naturali però la posso fare, visto l’impatto che inevitabilmente le nostre azioni supportate da una tecnologia sempre più impattante hanno sull’ ambiente che ci ospita; le nostre azioni possono essere costruttive e rispettose, ma anche miopi, stupide e a volte addirittura devastanti.

In tal senso temo la stupidità umana molto più di quanto temo orsi e lupi che, confesso, sopratutto se paragonati a certi elementi della nostra specie, mi ispirano un amore incondizionato e mi stanno estremamente simpatici.

E comunque sia, una volta valutate tutte le critiche e le varie posizioni di cacciatori e ambientalisti e animalisti e indifferenti, arrivo sempre alla stessa conclusione: senza di loro, senza gli animali, tutti gli animali, i nostri boschi, le nostre montagne sarebbero più spenti, poveri, vuoti e privi di equilibrio.

Per gestirli al meglio forse il modo giusto sarebbe quello di avere l’umiltà necessaria nei confronti della Vita; è la stessa umiltà che loro, gli animali, ci insegnano sapendo preservare la natura che gli è propria. Noi dimentichiamo troppo spesso qual’è la vera natura umana, oppure riusciamo a ricordarci troppo spesso della natura peggiore che ci è propria. Sprechiamo il meglio di noi stessi perché non ci chiediamo che cosa potrebbe essere questo “meglio” che ci appartiene, che abbiamo dentro, da qualche parte.

lupi

Gli animali sono l’esempio, sono la forza invincibile di questo mondo meraviglioso fatto di aria, acqua, terra, luce, e cuori pulsanti; alcuni sono cuori minuscoli, altri più grandi, ma tutti sono potenza, energia vitale.

E allora, anche se a qualcuno verrà la puzza sotto al naso e vorrà tirarsene fuori, pure noi siamo animali; solo dovremmo dimostrare che ciò che ci contraddistingue dalle altre specie non è la stupidità coltivata nell’ignoranza e nell’egoismo, ecco.

Chissà se il cuore di un orso pesa molto di più di un cuore di un uomo… chissà!?

Forse il cuore di un lupo pesa un po’ meno di un cuore di un uomo… o forse no, non lo so.

Forse il pulsare di un cuore di un orso, di un cuore di un uomo e di un cuore di un lupo fanno parte della forza pulsante dell’Universo, semplicemente. E in tal senso, tutti hanno il medesimo diritto di pulsare, ognuno a modo loro.

Ci sono molte cose che non so, che non sappiamo della Natura. Dovremmo conoscerle, invece, per capirle e per sapere qual’è il modo giusto di viverle, gestirle.

Istintivamente mi viene da pensare a una parola: Rispetto.

GUFO

Per capire il significato di questa parola mi dedico, ad esempio, alla lettura di testi che parlano degli indiani d’America. Loro sapevano vivere la Natura, lo sapevano fare. E infatti li hanno tolti di mezzo; nemmeno gli indiani sono sopravvissuti alla stupidità umana

Qualcuno mi chiede se i grandi predatori non mi fanno paura. Hmm… no, semmai mi incutono Rispetto, appunto, e mi insegnano a muovermi con prudenza.

La paura la provo solo se e quando serve. Nella maggior parte dei casi la paura è superflua, mentre la prudenza è indispensabile, sempre quando si cammina in montagna e nei boschi o quando si ha a che fare con ciò che non si conosce bene. Questo l’ho sperimentato sulla mia pelle, come sarà capitato a molti fin da piccoli, presumo. La paura, quella vera, l’ho provata rare volte in contesti urbani, dove di lupi e orsi non se ne vedono, ma dove a volte si incontrano bestie umane dalle quali è decisamente meglio tenersi lontani.

Loro lo sanno, i lupi, gli orsi, i cedroni, i camosci… e tutti gli altri animali, sanno che è necessario essere prudenti, sopratutto perché  vivono accanto a noi e un po’ ci conoscono, ma anche perché la vita è preziosa e va difesa, sempre. Specialmente la vita dei cuccioli. Gli animali avrebbero molto da insegnarci in tal senso, se solo li osservassimo un po’ meglio, li ascoltassimo. I nostri cuccioli umani sono il nostro futuro e dovremmo averne maggior rispetto, proteggerli meglio, amarli meglio.

piccoli

E gli animali sono prudenti perché ne va della loro vita, della loro specie, e lo sanno, istintivamente lo sanno. Noi un po’ ce lo siamo dimenticati; dovremmo ricordarcelo e dovremo ritornare a pensarci un po’ più umili e meno egoisti quando ci muoviamo nei boschi, ma forse anche quando ci muoviamo nella vita in generale, credo.

Forse il ritorno dei lupi e degli orsi può aiutarci a ragionare un po’ anche su questo. Io me lo auguro.

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