Che a dormire sotto le stelle

Che a dormire sotto le stelle, quando la Luna è sola e sottile ed i grilli han chiamato caldo per tutto il pomeriggio, beh, non si sbaglia mai. Ad aspettare il risveglio dei boschi non si perde mai niente e si ritorna sempre ed ogni volta contenti, con il canto dell’alba dentro e gli occhi stanchi,  ma colmi di quella luce che fa nascere il giorno e rende l’animo quieto ed i sensi grati. E partire alla sera per vegliare di notte e attendere il canto del Re all’alba ha sempre quel sentore di magico e fantastico,  come se la notte dei boschi regalasse il mistero che cerco di giorno, ma che di giorno non è  possibile vedere mai, perché la luce lo nasconde, mentre la notte, lei, lo fa nascere e lo rende visibile. Sono grata alla libertà delle veglie di primavera, al dovere di conoscere per proteggere, all’aria fredda che mi è  permesso respirare con le resine ed i silenzi ed il canto dell ‘ allocco.  Senza penso spesso che  potrei anche  morirne.

21 pensieri su “Che a dormire sotto le stelle

  1. Bel pensiero. La sera e la foresta mi fa lo stesso effetto. E i boschi di certe zone, che da quanto ho capito sono boschi gemello i nostri, sono un dipinto vivente. Sono opera d’arte mutevole.

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    1. L’uomo ha spesso tentato di imitare la natura e gli artisti più grandi son quelli che in passato sono riusciti ad avvicinarsi di più. L’Imperfezione in natura è arte e le imperfezioni in un bosco sono così perfette da renderlo un’opera irripetibile; ma se anche non riusciamo a renderne il senso profondo attraverso l’arte, possiamo sempre amarlo, viverlo e godercelo.

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      1. Bel pensiero Elena. Mi piace.
        Anche se non so se i più grandi artisti sono quelli che sono riusciti ad avvicinarsi di più alla natura. Ti spiego il mio pensiero: io amo Monet e per quanto esprima molta della sua arte ritraendo la natura, il filtro umano è molto presente. La natura vista dall’uomo. Imperfetta riproduzione e per questo perfetta nella sua creazione. Non avendo queste capacità, il sottoscritto mi godo il bosco.

        Ps: non sai quante volte ho camminato sulle montagne del Lagorai.

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        1. Son felice che tu conosca le mie montagne, Zeus! Davvero contenta. ☺l’arte come la intendi tu fa parte di un’evoluzione che l’uomo ha fatto nel tempo; è il frutto di una ricerca profonda, è l’interpretazione soggettiva di un sentire attraverso i sensi e del volerlo esprimere con i mezzi che ha a disposizione, per questo capisco e condivido il tuo punto di vista. L’imitazione che diventa interpretazione ed espressione. Un modo efficace per esprimersi e beato chi ci riesce. Saper fare arte in quel modo dev’essere una liberazione!!

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          1. Già, le conosco per vicinanza geografica e perché, nel mio percorso di studio, la tua provincia è stata “casa mia”.
            Già, penso anche io che questa sia una forma di liberazione… non posso dire primitiva (nel senso buono), ma direi che catartica ci sta.

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